Tutte le unità immobiliari vengono classificate in diverse categorie catastali a seconda della loro destinazione d’uso. Individuare la categoria a cui appartiene un immobile è importante anche al fine di conoscerne la rendita catastale, sulla quale vengono calcolate le imposte e le tasse. Queste categorie sono in totale 6 e si dividono in:

  • ordinaria (categorie A-B-C)
  • speciale (categoria D)
  • particolare (categoria E)
  • fittizia (categoria F).

La categoria ordinaria A comprende le unità immobiliari con destinazione di abitazione, castelli, palazzi storici, uffici, studi privati e ville; la loro consistenza viene misurata in vani e metri quadri.

La categoria ordinaria B comprende le unità immobiliari di uso collettivo, come alloggi collettivi, uffici pubblici, scuole e musei; la loro consistenza viene misurata in metro cubo vuoto per pieno.

La categoria ordinaria C comprende le unità immobiliari con la funzione di negozi, botteghe, magazzini, locali di deposito, laboratori per arti e mestieri, stalle, scuderie, attività commerciali e artigianali, autorimesse, palestre, tettoie e simili; la loro consistenza viene misurata in metro quadrato di superficie libera.

All’interno di ciascuna categoria vi sono una serie di sottocategorie le quali vengono descritte in modo dettagliato nella circolare n. 5 del 14 marzo 1992 del Ministero delle Finanze. Le categorie di immobili con cui avremo di più a che fare nel quotidiano sono le residenziali (di categoria A2, A3 e A4), gli uffici (A10), i laboratori (C3), i negozi (C1), i magazzini/cantine (C2) e i box auto (C6).

 

Autore: Simone

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